BEHIND STUDIO30: Guida al rebranding – Parte 1
Cos’è un rebranding e quando conviene approcciarsi?
Per rebranding si intende quel processo in cui un’azienda, un prodotto o un servizio distribuito con un nome e un suo marchio associato viene rimesso nel mercato sotto un altro nome e/o marchio.
Le ragioni che possono portare a un rebranding possono essere varie. Tra le principali:
- l’azienda vuole svecchiare il brand per rimanere a passo con i tempi (Pepsi, IBM, Apple Google)
- a causa di fusioni, scissioni o acquisizioni (Arthur Anderson -> accenture, Unipol + Sai -> UnipolSai)
- perché l’azienda si vuole riposizionare sul mercato (Starbucks, Phillips Morris -> Altria Group, Nippon Gakki -> Yamaha Corporation / Yamaha Motor Co.)
- branding o naming precedente sbagliato e/o cattiva reputazione del brand (Datsun -> Nissan, Cazzotti Perugina -> Baci Perugina, Federal Express -> Fedex
Perchè Studio30 ha fatto un rebrand e chi era prima?
Capito che cos’è un rebranding passiamo al nostro caso e per farlo abbiamo bisogno di un brief iniziale che ci aiuterà nell’individuazione del problema e della relativa soluzione.
Le informazioni di base principali che dobbiamo recuperare sempre per avere un brief efficiente sono:
- di cosa si occupa l’azienda;
- qual è il suo obiettivo, cosa vuole trasmettere l’azienda e cosa la rende diversa dalla concorrenza;
- specifiche del progetto (dove verrà inserito? stampe, web, gadget ecc)
Delle informazioni aggiuntive, che ti possono aiutare nello specifico nel rebranding, sono:
- perché l’azienda vuole fare un rebrand;
- riesce il logo a trasmettere la mission aziendale? perché?/come ci riesce o quali punti bisogna migliorare?
Se ne vuoi sapere di più su come fare un brief efficace ti posso consigliare questo articolo di qualche tempo fa
Dopo aver raccolto abbastanza informazioni utili, si procede con la realizzazione del brief che ho strutturato in questo modo:
INFO DI BASE: Di cosa si occupa l’azienda.
L’azienda CITechService (nome precedente) è un network multidisciplinare attivo nell’outsourcing di servizi tecno-grafici rivolto all’industria delle costruzioni, con particolare attenzione all’implementazione BIM.
MISSION: Cosa vuole trasmettere l’azienda e cosa la rende diversa dalla concorrenza
L’obiettivo dell’azienda è di rendere il workflow di studi di architettura e ingegneria, agenzie immobiliari e general contractor più produttivo e redditizio, attraverso un percorso a step che le aiuti a sviluppare il progetto dalla modellazione, alla sua gestione e presentazione finale o anche solo in uno step specifico richiesto dal cliente.
PROBLEMI/GOALS
In questa parte del progetto inizieremo ad approcciarci al design thinking che ci aiuterà successivamente a raggiungere i nostri goals, quindi cercheremo di capire analizzando tutte le informazioni a disposizione, quali sono i Problemi che possiamo risolvere con la soluzione che andremo a progettare. L’obiettivo principale di questa fase è individuare Problemi reali alla quale si affiancheranno successivamente delle Soluzioni realizzabili.
Andiamo quindi ad analizzare le caratteristiche dell’azienda alla quale bisogna fare dei cambiamenti:
Nome dell’azienda:
All’inizio di questo percorso creativo il nome dell’azienda era CITechService.
Questo naming presenta le iniziali del ceo C e I più la parola techservice che riassume di cosa si occupa.
Il problema del nome in questo caso è la presenza degli acronimi iniziali che rendono il nome piuttosto freddo e impersonale oltre a rendere difficile la pronuncia e l’orecchiabilità.
Logo:
Il logo è formato da un semplice logotipo con il suo corrispettivo pay-off giustificato in basso e di colore arancio.
Sulla sinistra si trova il marchio del brand che si basa su una serie di negativi e positivi tra il nome dell’azienda e il pay-off. In questo caso il logo presenta molti problemi di progettazione soprattutto nel marchio dove si ripete nuovamente ciò che già è presente nel logotipo creando solo confusione in chi guarda il logo.
Strategia di mercato:
L’azienda è un multiservice che deve occupare il proprio posto su vari aspetti del mercato delle costruzioni come l’implementazione BIM in progetti architettonici e di ingegneria, facility management e comunicazione aeco. Tutto questo però è organizzato in un’unica azienda con un suo sito web. Il problema, in questo caso, è che avere un solo sito che spazia su tanti settori del mercato delle costruzioni può risultare dispersivo e difficile da organizzare in modo da far comprendere al visitatore/cliente che non sa immediatamente se quel sito potrebbe risolvere il suo problema.
Arrivati a questo punto bisogna trovare una soluzione realizzabile ai problemi citati precedentemente.
Vuoi sapere come sono arrivato alla soluzione finale di questo case study? Tranquillo la prossima parte verrà pubblicata giovedì prossimo
Intanto puoi dare un’occhiata al progetto su behance.
Continua la lettura con:
- la Seconda parte
- la Terza parte
Mattia Landolfo
Graphic Designer
@Ubrand Agency