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BIM e Infrastrutture
Stato di fatto e di progetto

Parlare di BIM e Infrastrutture negli ultimi 10 anni, i primi del BIM Strutturato in Italia, è stato difficile. Le complessità tecniche e l’inerzia al cambiamento di un mercato fermo, stanco e privo di propensione al futuro hanno portato a ritardi imperdonabili.

L’Ing. Pietro Baratono [Provveditore OO.PP. Lombardia ed Emilia Romagna, Presidente della commissione “Digitalizzazione degli appalti pubblici”del MIT] centra in pieno l’argomento già nella prefazione di questo testo del Prof. Gianluca Dell’Acqua, uno dei pochissimi guru italiani del settore.

Questo libro è vitale nel panorama odierno e spero sia aggiornato con riedizioni di anno in anno, visto il fermento del mercato sull’argomento.

BIM per le Infrastrutture

I-BIM sta per Infrastructure-BIM. Era necessario un nuovo acronimo? Credo proprio di sì!

Gli approcci alle opere lineari, dalla progettazione alla manutenzione, sono profondamente differenti rispetto a quelli adottabili per le opere verticali. Diversi gli attori, diversi i linguaggi.

Siamo pronti all’ I-BIM in Italia? No, o meglio, non ancora. Ma ci stiamo attrezzando!

Dalla nostra parte ci sono: il decreto BIM, un nuovo codice degli appalti, la norma UNI 11337 specie nella parte 4, insomma siamo sul pezzo e proviamo a recuperare terreno in un ambito in cui siamo indiscutibilmente in ritardo.

Domini, categorie, interoperabilità

Già nella prefazione di parla di interoperabilità. Negli ultimi anni sembra essere la parolina magica che tutti debbano mettere in bocca per parlare di BIM. È davvero così? Certo, certo che sì!

Il metodo BIM è prima di tutto collaborazione interattiva, come si può se non parliamo la stessa lingua?

Il primo capitolo del piccolo testo è quello che in tutti i testi sembra il più noioso, di riempimento. Saltandolo sicuramente si andrà a studiare cose più utili. Sbagliato!!! Sempre sbagliato, ma ancor di più in questo testo. È un piccolo manualetto di un centinaio di pagine e ogni parola è come un macigno.

Grazie a questo primo capitolo si va a capire e specializzare rispetto alle infrastrutture lineari argomenti cari a chiunque abbia sentito parlare di BIM negli ultimi anni.

Domini e usi del BIM, LOD, strumenti software in uso per i domini specifici, linguaggi e interscambio dei dati, IFC4, IFC5 sono argomenti che non puoi saltare.

Andando avanti nella lettura si evince subito che il tutto è ancora in divenire, materia di studi. Il linguaggio IFC non è per nulla pronto, ma le nuove classi specifiche per il settore promettono bene.

Storicamente il metodo BIM si è affacciato al mondo delle infrastrutture nella progettazione delle opere puntuali come i ponti. Per le strade e ancor di più per le ferrovie la complessità nell’uso aumenta, ma gli studi di integrazione tra linguaggio LandXML e IFC ci fanno ben sperare in una sempre maggiore interoperabilità dei dati. La vera digitalizzazione delle infrastrutture (capitolo 2) passa proprio dalla massima libertà d’uso dei dati dalla modellazione geometrica alla possibilità di intervenire sui dati per la gestione, le varianti, gli aggiornamenti a distanza di anni. La storia degli ultimi giorni dovrebbe farci riflettere proprio su questo.

La gestione informativa degli appalti

Il terzo capitolo mette il punto sulla situazione odierna nel campo del cosiddetto Bando BIM. La gara d’appalto e la sua gestione nel tempo cambia profondamente nel caso di approccio BIM.

Un capitolo da studiare attentamente e che poi ricollega ad alcuni allegati interessanti che chiudono il piccolo, ma potente manualetto.

Ne vale la pena?

Un testo da leggere d’un fiato e poi rileggere e tenere sulla scrivania, un testo da aggiornare continuamente in modo molto dinamico come il mercato, le norme e i processi che ad oggi stiamo vivendo.

[Cover by Mike Kononov]

Ilario Cagnazzo
CEO|BIM Expert
@Studio30 CreativEngineering

 

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